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Intervista alla Dottoressa ELENA GARONI

 

 


Intervista alla Dottoressa Elena Garoni, medico veterinario, esperta di comportamento del cane e del gatto, istruttrice cinofila, esperta di canili e scrittrice.

 

Ciao Elena,

 

Dopo aver letto il tuo bellissimo libro “Piacere di conoscerti. Capire le motivazioni di razza” volevo assolutamente riuscire a fare quest'intervista per conoscere il tuo pensiero specifico riguardo ad una razza poco conosciuta: il Podenco.

 

Puoi spiegare brevemente e senza svelare troppo del libro a chi non lo ha ancora letto cosa intendi con “motivazioni di razza”?

 

Le motivazioni del cane partono da osservazioni dell'etologo Roberto Marchesini, che per primo ne ha definito l'elenco: sono alla base del comportamento del cane. Nel mio libro ho usato due parole per definirle: desiderio e bisogno. Le motivazioni sono ciò che i cani desiderano e, al contempo, ciò di cui hanno bisogno per raggiungere una gratificazione.

Non possiamo affermare che abbiano una base scientifica, non esistono studi che le validino. Io le considero una proposta di avvicinamento e comprensione del cane, proposta che ha un buon riscontro dal punto di vista pratico. Sarebbe bello se ci fossero, un giorno, studi abbastanza ampi da validarne il concetto e la definizione, così da orientare la ricerca sul cane. D'altra parte, non dobbiamo dimenticare che quest'ultima è ancora molto giovane, ben più di quella condotta su altre specie.

Ho utilizzato il concetto di razza, ma le motivazioni sono presenti nella specie cane in quanto tale, e quindi in tutti gli individui. La vera avventura è scoprirle nell'animale che ci è accanto, soprattutto se è un meticcio.

 

Tu dici due cose bellissime nel tuo libro: “Le motivazioni non si possono eliminare” “un cane che, per selezione genetica, nasce con una motivazione poco espressa, può nel corso della sua vita, affrontare sfide che riguardano quella motivazione”

 

Puoi spiegarci meglio questi due concetti?

 

 

Siamo soliti considerare alcune motivazioni migliori di altre: in genere pensiamo che la motivazione collaborativa sia meglio di quella competitiva. In verità non esistono motivazioni di serie A e altre di serie B: tutte hanno il diritto di essere espresse. Alcune possono risultare più comode per la nostra vita urbana: l’affiliativa per esempio, che contiene il concetto stesso di famiglia, oppure la sociale, che ci permette di portare in giro il nostro cane senza che sbrani nessuno. Altre sono più scomode, come la possessiva o la territoriale. Se è corretto cercare di dare più spazio all’espressione delle motivazioni più prosociali, è mera illusione pensare di eliminare quelle meno gradite. Sappiatelo: non succederà. Possono diminuire di intensità, possono cambiare target e modalità di espressione, ma non scompariranno mai dalle preferenze del nostro cane. E meno male, perché se così fosse, se riuscissimo a bloccare completamente l’espressione di una motivazione, significherebbe che abbiamo sottoposto il nostro cane a una vessazione, a un vero e proprio maltrattamento.

 

Le motivazioni, dunque, non sono date e fisse, ma sono in continua evoluzione, durante tutto il corso della vita. A seconda delle sfide che i cani affrontano, in relazione con l’ambiente in cui vivono e con le relazioni che imbastiscono, avranno modo di esercitare alcune motivazioni più di altre, e di conseguenza cambieranno la loro personalità.

 

 

Parlando di Podenco… Quali sono le tue considerazioni riguardo a questa antica razza primitiva e quali sono le motivazioni di razza del Podenco?

 

 

Parleremo in generale di Podenco, sebbene senz’altro ci siano delle differenze fra l’Ibicenco,l’Andaluso, il Portoghese ed il Canario. Per conoscerli meglio, ho chiesto aiuto a una ottima collega, Lorenza Grandori, che abita da molti anni a Fuerteventura, sulle Isole Canarie. Lorenza, che lavora come educatrice cinofila nella scuola da lei fondata, Masterdog Fuerteventura, si occupa della diffusione dei più moderni principi di cultura cinofila in un contesto in cui, purtroppo, prevale ancora una visione “strumentale” del cane in generale, e del cane “da caccia” in particolare.

 

Sarà proprio sul Podenco Canario che ci concentreremo parlando di tecniche di caccia, tenendo presente che si possono riscontrare alcune variazioni nelle altre tipologie d Podencos.

 

Quando si parla di cani da caccia, è necessario parlare di tecniche di caccia. Questo non significa che promuoviamo questo ennesimo e barbaro maltrattamento.

 

Facendo riferimento alle Isole Canarie, i Podencos sono utilizzati per la caccia di piccoli animali quali: coniglio, pernice, quaglia, piccione selvatico e scoiattolo berbero. In genere, la caccia prevede mute poco numerose, di solito composte da 5-6 individui per ogni cacciatore individuale, che battono una zona circoscritta (con un massimo di 12-15 cani per ogni gruppo composto da più cacciatori). Attraverso la vista, l’udito e l’olfatto, cercano e scovano; quando individuano la preda avvisano con un particolare tono di abbaio corto e ripetitivo, a schiocco, che richiama gli altri cani e il cacciatore (in gergo si dice che “cantano un coniglio”). A volte, nella caccia al coniglio, viene utilizzato anche il furetto, che viene liberato nella tana, su segnalazione del Podenco. Quando il coniglio cerca la fuga all’esterno, i Podencos lo inseguono. Una volta che il cacciatore ha abbattuto la preda con il fucile, possono anche afferrarla con la bocca e scuoterla leggermente, ma non la sbranano. Il cacciatore si avvicina e gliela toglie dalla bocca, senza incontrare resistenza. Si tratta di una sorta di recupero, la “consegna”, e dunque non si può parlare di vero e proprio riporto.

 

La morfologia di questi cani denota un notevole adattamento al territorio e all’attività di caccia. Sono di corporatura media e molto leggera, alti sugli arti. Ciò gli permette una notevole agilità sia nella corsa sia nel salto. Non sono dei galoppatori, però: possiamo definirli dei fondisti, in grado di resistere dall’alba al tramonto sotto il sole e il vento incessante in queste latitudini, anche senza approvvigionamento di acqua.

 

Proprio per la costante presenza del vento, che cambia spesso di direzione, il solo senso dell’olfatto non sarebbe sufficiente per la caccia. I Podencos presentano molto sviluppati anche la vista e, soprattutto, l’udito, come testimoniano le grandi orecchie: i padiglioni mobili, sappiamo, sono un valido aiuto per individuare al meglio la fonte del rumore. Le lunghe canne nasali permettono loro di infilare il muso ben dentro la tana. La vista completa l’alta funzionalità ed è adeguata per questi paesaggi aridi e soleggiati.

 

Nei Podencos le motivazioni che sostengono la caccia sono molto alte: la cinestesica, la perlustrativa e la predatoria. Senza dubbio sono i tratti distintivi di questi cani. Non sono le sole motivazioni alte, però: non possiamo dimenticare che anche la motivazione affiliativa è molto espressa, come anche la comunicativa, la collaborativa e la sociale, sia intra che interspecifica. Sono molto basse la territoriale e la protettiva, come anche la possessiva e la competitiva.

 

Questo significa che non saranno mai cani da guardia né da difesa, difficilmente mostreranno minaccia sugli oggetti e faranno battaglie per contendere il divano. Saranno degli affettuosi cani in famiglia, e, qualora siano stati così fortunati da non essere stati sottoposti a traumi da parte delle persone, saranno anche molto socievoli con gli estranei, e sempre con gli altri cani.

 

Però, sono dei formidabili cacciatori, e mostreranno sempre il desiderio e il bisogno di cercare, scovare e inseguire. Dall’alba al tramonto.

 


 

I Podencos rescue sono molto spesso cani vittime di abusi e maltrattamenti, in cui è stata probabilmente esasperata solo una motivazione di razza, ritieni che tali cani possano essere compagni fedeli, capaci di adattarsi ad un nuovo stile di vita?

 

 

I cani che vengono utilizzati solo ed esclusivamente per uno scopo sono a costante rischio di maltrattamento. Nel caso dei Podencos, la perdita di fiducia verso le persone umane è il rischio più alto. Molti di loro vanno incontro a vere e proprie fobie post traumatiche, particolarmente orientate verso il genere maschile, e spesso renitenti agli interventi di riabilitazione. La gratificazione delle motivazioni cinestesiche, perlustrative e predatorie, spesso esasperate nella loro vita precedente, necessitano di spazi di sicurezza molto ampi e soprattutto della costruzione di una relazione solida che possa aiutare il cane a tornare nel suo gruppo affiliativo dopo l’espressione della libertà.

 

È un po’ un circolo vizioso: questi cani hanno bisogno di allontanarsi e di fare da soli. Tornano quando hanno finito e se hanno fiducia nel loro gruppo. Però, per avere fiducia, deve essere loro accordata la possibilità di allontanarsi.

 

I cani si adattano, si sono adattati per millenni ai cambiamenti della nostra civiltà: ciò non significa che questo adattamento deve andare a scapito della loro felicità, che per i cani è la pura espressione dei loro desideri.

 

Non è facile essere la famiglia giusta per questi cani: il rischio è che subiscano un ennesimo maltrattamento, non più fisico ma etologico.

 


 

Ritieni il Podenco una tipologia di cane che può diventare un buon soldatino? O ritieni che l'empatia e la comprensione delle sue motivazioni di razza possano creare un rapporto migliore?

 

C’è stato un tempo, non già così lontano, che anch’io scambiavo la felicità con un cane soldatino. Adesso, quando vedo cani super ubbidienti, inchiodati con gli occhi ai loro proprietari (e alle loro palline, ai loro bocconcini e ai loro voleri), sono presa dallo sconforto. Certo, provo tristezza per i cani, ma soprattutto per noi umani che ci ostiniamo a non vedere quanta potenza ci sia nel permettere la libertà dell’altro.

 

Per fortuna ci sono cani che ce lo insegnano, e i Podencos sono fra questi.

 

 

Qual è secondo te la ricetta migliore per avere un Podenco felice e un proprietario felice?

 

 

Comincerei da una buona dose di realismo. Leggere e informarsi, si sa, non è sufficiente, perché in fondo abbiamo tutti quella vocina che ci sussurra “con me sarà diverso, con me non salterà tre metri di recinzione, con me tornerà al richiamo, con me non strapperà il guinzaglio con un salto; io sono capace, con me sarà diverso”. La realtà supera la fantasia, ma con i Podencos anche i peggiori incubi.

 

Dunque, conoscere i loro desideri e sapere se siamo disposti a cambiare la nostra vita quotidiana è un dogma prima dell’adozione di qualsiasi creatura vivente.

 

Se adottiamo un cane molto selezionato per un’attività, conoscere i desideri propri di questa razza è fondamentale: molti cani possono desiderare di fare una lunga, rilassante passeggiata al guinzaglio e tornare a casa soddisfatti. I Podencos si annoiano dal primo all’ultimo minuto e moriranno di frustrazione perché non potranno andare a vedere un filo d’erba saltandoci sopra. Non amano affatto stare a casa da soli, neanche dieci minuti. Sono buffi e amano farci ridere ma non sopportano che ridiamo di loro.

 

Dunque, essere disponibili a cambiare la propria vita, ma forse anche a cambiare se stessi, a conoscere prima di tutto se stessi. I Podencos sono delle spugne emotive, percepiscono con straordinaria sensibilità il rifiuto, la denigrazione, la disapprovazione. Difficilmente vanno in conflitto diretto: a volte tirano fuori un po’ di motivazione possessiva e competitiva, ma poco convinti. Soprattutto, diventano ipercinetici e distruggono tutto. Abbaiano incessantemente. Non si fanno avvicinare per giorni. Cadono preda di stereotipie e cacciano mosche e luci inesistenti, o si rincorrono dolorosamente la coda.

 

Far felice un Podenco può essere una strada lunga, ma sono cani molto sinceri: dicono subito se la cosa gli va bene oppure no, in quel modo delicato e sottile che ci costringe a non stare mai fermi sulle nostre incrollabili convinzioni.

 

 

Secondo te è corretto consigliare di fare delle attività col proprio Podenco? Quali sono secondo te le attività che possono essere fatte in totale sicurezza con dei cani come loro?

 

 

È importante fare attività con loro, perché hanno una motivazione collaborativa molto alta, sono curiosi, e posseggono una formidabile propensione ad imparare. Le attività cinetiche sono adeguate, come l’agility, per esempio. Le attività di ricerca e discriminazione olfattive sono anche indicate.

 

Devo qui ricordare, però, che le attività che abbiamo inventato in cinofilia sono dei surrogati: sono degli ambiti protetti e specializzati dove il cane può esprimere alcune motivazioni. A volte, occasioni in cui le deve esprimere, salvo essere indicato come incapace.

 

Quindi, se decidete di prendere con voi un Podenco, e non può essere che un Podenco rescue, dovrete organizzare un modo, un tempo e uno spazio per fargli fare il Podenco.

 

Un cespuglio abitato, una longhina, un paio d’ore. Per sempre.

 


 

Grazie mille Elena, non potevi trovare parole più adatte per descriverlo!

Invito veramente tutti a leggere il tuo libro,che parla di tantissime razze di cani, perché oltre a essere scritto in modo leggero e divertente, offre molti spunti di riflessione sul nostro amico a 4 zampe sia a quelli che sono più esperti, sia ai neofiti.