A scuola con il cucciolo: Due chiacchiere con Franca Infortuna, collaboratrice di D&G Agility team

Ciao Franca, potresti spiegare a chi ci legge di cosa ti occupi con il D&G agility team e di cosa fai per aiutare i cani dei canili del Sud Italia?

 

Ciao Gaia,
con il D&G collaboro occupandomi principalmente di cuccioli e cuccioloni ovvero di quella che io considero la fase più bella, impegnativa ma soprattutto importante e determinante per il futuro dei nostri cani.
Inizio con 5 incontri dedicati a cuccioli dai 2 ai 5 mesi, le cosiddette puppy class. In queste classi composte da un minimo di 3 ad un massimo di 6 elementi, si lavora molto sulla parte della socializzazione, della manipolazione, si stimola e si rafforza l’innata curiosità dei cuccioli, e si cerca di proseguire quell’importantissimo lavoro iniziato dalla loro mamma o, nei casi più fortunati da entrambi i genitori, ovvero l’importanza del rispetto delle regole. Lo si fa in modo divertente ovviamente, insegnando loro a rispettare piccoli momenti di attenzione, a non essere troppo pressanti nelle richieste controllando la spesso inevitabile esuberanza; li si invita a rapportarsi con i loro simili e a riconoscerne i segnali che diventeranno fondamentali nell’età adulta. Giochiamo con l’acqua, con le trecce, con oggetti di diversi materiali, esploriamo terreni di diversa consistenza, familiarizziamo con i rumori più strani,,,insomma, un vero e proprio parco divertimenti dove però e ci si prepara a diventare grandi. Cosa fondamentale è per noi trasmettere non solo ai cani ma “ e direi soprattutto” alle famiglie, quell’entusiasmo che porta ad apprezzare i nostri cani in tutte le loro fasi, anche quella spesso più impegnativa.

 

Molti adottanti inesperti decidono di adottare cuccioli perché ritengono che sia più facile l'educazione e la gestione, sei d'accordo?


Personalmente e anche per esperienza…no, non sono d’accordo. I cuccioli presentano indubbiamente una serie di caratteristiche piacevoli, come l’aspetto buffo e tenerissimo, il fatto di avere un foglio bianco su cui scrivere e quindi poter gestire noi i loro primi momenti di vita nell’ambiente umano senza dover magari andare a correggere atteggiamenti già acquisiti e altro ancora, ma anche aspetti decisamente impegnativi. Sono piccoli e hanno bisogno di persone che capiscano che le loro esigenze non si limitano ai 3 pasti giornalieri e a qualche passeggiata al parco. Ci sono una serie di inevitabili situazioni da affrontare quali ad esempio i bisogni corporali che per una ancora non maturazione fisica non riescono a trattenere a lungo. Non è solo un fatto di “imparare a farla fuori” ma anche di rispettare i tempi che consentano loro di fare cacca o pipì solo quando vengono portati fuori casa. Ma questo è solo uno dei tanti aspetti. La dentizione…quel meraviglioso periodo in cui si avventano come jack lo squartatore su tutto ciò che capita sotto i loro tenerissimi dentini.
A loro dei tappeti buoni, dei divani in pelle, delle scarpe di marca appena acquistate, non importa nulla.
I primi denti spuntano circa alla quarta settimana (la natura ha previsto di non anticipare troppo altrimenti l’allattamento per la mamma diventerebbe alquanto doloroso), mentre circa intorno ai 4 mesi iniziano a spuntare i primi denti definitivi. E’ normale che mostrino dolore e cerchino di masticare tutto ciò che trovano. Possono avere anche qualche episodio di diarrea
o di malessere generale che li porta a piagnucolare senza avere (ai nostri occhi) un evidente
motivo.
Altro punto a sfavore dell’adozione di un cucciolo potrebbe essere quell’inevitabile incognita
sul loro carattere.
Possiamo affidarci ai migliori allevamenti, avere un albero genealogico impeccabile, pagare
fior di quattrini il cucciolo più pregiato del mondo e fare tutte le prove tecniche che
conosciamo nella scelta del cucciolo più adatto a noi ma…ma le sorprese sono sempre dietro
l’angolo. Potremmo ritrovarci ad avere un cane che ad 1 anno non rispetta assolutamente le
nostre aspettative. Troppo tranquillo per quello che volevamo fare con lui? Troppo esuberante
per la nostra vita sedentaria? Troppo insofferente verso i bambini? Vi sono caratteristiche che
escono allo scoperto solo col passare del tempo.
Se viceversa adotterò un cane che abbia già 1 anno o 2 o 4 o più, avrò un cane dalle
caratteristiche fisiche e comportamentali già ben definite.


 Qual è l'errore più comune che fanno le persone che decidono di adottare un cucciolo?


Sottovalutare il tempo che dovrebbe essere dedicato ad un cucciolo. Non si tratta solo di pulire
dove sporcano o di rassegnarsi ai piccoli o grandi danni che sicuramente faranno, ma si tratta
anche di avere la pazienza di rispettare i loro tempi, di essere coerenti sia nelle richieste che
nelle risposte. Hanno una crescita fisica molto rapida e questa non sempre va di pari passo
con la crescita comportamentale. Noi tendiamo spesso ad umanizzarli per cui un cane di
struttura piccola tendiamo a trattarlo da cucciolo tutta la vita mentre da un cucciolo di struttura
grande pretendiamo spesso che si comporti da adulto molto prima del tempo. Sconsiglio
l’adozione di un cucciolo a chi non sia provvisto di TEMPO, PAZIENZA e ASSOLUTA
COERENZA….

 

Tu hai avuto modo di lavorare con cuccioli rescue di canili italiani, quali sono le
problematiche più comuni che ritrovi in questi cuccioli?


Indubbiamente la diffidenza. Sono cani che come si diceva appunto prima, hanno avuto nella
maggior parte dei casi, un imprinting non appropriato, e nei cuccioli i primi 3 mesi di vita
sono fondamentali. Sono mesi nei quali immagazzinano una serie di nozioni, di insegnamenti,
imparano a relazionarsi con i loro simili ma anche con l’uomo, con gli ambienti urbani, con
lo stridulo vocio dei bambini…insomma con tutto ciò che poi, una volta entrati in una
famiglia, verranno a contatto.
Quando si viene privati di tutto questo, quando la vita inizia all’insegna di una serie di
difficoltà, spesso di maltrattamenti fisici, psicologici, di privazioni sensoriali ed
emotive…beh si sa che poi il percorso sarà un po' più impegnativo. La soddisfazione di noi
educatori però sta proprio nel vedere i loro cambiamenti. Vedere quegli occhi impauriti
riacquistare luce, quelle fronti corrugate distendersi, quei musetti timidi avvicinarsi per
prendere un bocconcino, per farsi coccolare fino all’apoteosi…..relazionarsi e giocare con noi
e con i loro compagni di avventura.

 

Quali sono i suggerimenti migliori che puoi dare a chi si appresta ad accogliere in
famiglia un cucciolo rescue?


- In primis...per consigli e suggerimenti rivolgetevi a personale esperto e tralasciate internet
e tutti i mille siti che vi portano al “fai da te”.
- Predisponetevi nel migliore dei modi consapevoli che verrete ampiamente ricompensati per
quel gesto d’amore che state per compiere.
- Informatevi quanto più possibile su di lui e preparategli un ambiente accogliente ma non
ovattato. Farà parte della vostra famiglia e con voi condividerà la quotidianità di un
aspirapolvere in funzione, di una tv accesa, di ospiti che cenano da noi…tutto senza traumi
ma con assoluta naturalezza.
- NON FATE CONFRONTI. Ora questo è il VOSTRO CANE! E come tale sarà UNICO!

 

Quanto è importante la corretta socializzazione con gli altri cani e con le persone per
un cucciolo?


Come dicevamo prima…più che importante è fondamentale. Essere privati di interazioni con
i propri simili o col genere umano comporta una serie di rischi, non per ultimo una serie di
patologie che richiedono tempo lavoro pazienza per essere se non debellati quantomeno
ridimensionati.
Ricordiamo che si ha spesso paura di ciò che non si conosce e che alla paura si può reagire
scappando oppure attaccando.
Una sola precisazione mi sento di dover fare: socializzare con i propri simili non vuol dire
entrare in un’area cani e fidarsi di chi ha un cane di 40 kili e vi invita a farlo giocare col vostro
cucciolo perché “tanto è buono”.
Scegliete con cura i loro compagni di gioco soprattutto nei primi mesi di vita….
Anche la socializzazione con “l’umano” deve essere adeguata. Non permettete ai più piccoli
di giocare con le loro orecchie o con le loro code, di usarli come peluche o (in caso di cani di
taglia più grande) di salirvi in groppa come fossero cavallini. Esperienze poco piacevoli non
rafforzeranno certo né autostima né fiducia nel prossimo, sia esso a due o a 4 zampe.

 

Tu hai avuto modo di lavorare anche con dei cuccioli rescue di Podenco delle Canarie.
Come li descriveresti e quali problematiche ti sei trovata ad affrontare con loro? Qual è
stato il lavoro che avete intrapreso per superarle?


Ovviamente l’atteggiamento classico è di vera e propria “diffidenza” verso il nuovo mondo
che li circonda. E’ qualcosa che non conoscono e del quale non si fidano. Prima si accennava
alla paura che di per sé non è un fattore negativo. La paura infatti, intesa come comportamento
innato, preserva ogni essere dai pericoli e come tale diventa un vero e proprio salvavita per la
continuazione della specie sia umana che animale. Purtroppo però a volte la paura si trasforma
in “fobia” che racchiude in sé problematiche ben diverse. La fobia rende poco lucidi e si
scatena a prescindere, senza un’oggettiva valutazione di un ipotetico pericolo. Questo è un
atteggiamento abbastanza comune in chi ha vissuto esperienze negative ed in chi le proprie
paure ha dovuto affrontarle in ambienti dove nulla era in grado di rassicurare e dove quella
paura iniziale non trovava uno sbocco ma cresceva di giorno in giorno fino a pensare che
quello fosse l’unico mondo e l’unica realtà esistente.
Ma la parte bella per noi è proprio questa; è vedere come nonostante tutto, con un po' di
impegno e con tantissimo amore, si riesca ad entrare in sintonia con quegli sguardi smarriti.
Si riesce a far capire che la mano dell’uomo può portare anche una carezza, o del cibo. Si
riesce a far capire che esiste una cosa chiamata “gioco” che diventa spesso un importantissimo
mezzo per comunicare con l’uomo. Piano piano quei recinti immaginari che hanno costruito
tra loro e gli altri, si assottigliano, le distanze si accorciano fino a permettere di entrare nella
loro zona più intima. Il tutto avviene con metodi assolutamente gentili e quello che non manca
è la pazienza e l’entusiasmo per ogni microscopico risultato raggiunto.


Spesso c'è da parte delle persone una grande difficoltà a leggere i segnali di disagio o
i comportamenti poco educati nel cucciolo, che, se mal gestiti, ne faranno un adulto
problematico. Quali sono, secondo la tua esperienza, i segnali che dovrebbero far
scattare il campanello d'allarme?


Saper leggere i segnali che cuccioli e cani adulti ci lanciano è una gran risorsa per comunicare
con loro.
Direi che la base dell’addestramento dovrebbe iniziare proprio da qui. I cani come
comunicano con noi? Certo il linguaggio verbale occupa una percentuale molto meno
importante del linguaggio paraverbale o metaverbale, ovvero i nostri toni e la nostra postura,
i nostri atteggiamenti, il nostro corpo, parlano molto più della nostra bocca.
Un cucciolo può dimostrare disagio attraverso una serie di comportamenti non per ultimo
sviluppando un atteggiamento di autolesionismo quando viene lasciato da solo.
Insegnare ai cuccioli a gestire piccoli momenti di solitudine è fondamentale fin dai primi
giorni. Questo non vuol certo dire portare a casa un cucciolo e lasciarlo da solo a dormire
dalla prima notte, o lasciarlo a casa da solo per ore fin dai primi giorni, o iniziare con una
serie di NO fino a far dubitare al cane che quello sia ora il suo nome. Il passaggio deve essere
equilibrato e graduale. Pensiamo solo che fino a qualche ora prima era con la mamma e spesso
anche con altri fratelli. Quelli erano i suoi punti di riferimento, le sue ancore di salvezza. Ora
quel ruolo lo abbiamo noi e se un cucciolo non troverà rifugio e sicurezza nel suo contesto
umano, cercherà da solo un sistema per risolvere le sue insicurezze.
Qui si apre davvero un mondo difficile da riassumere in poche righe.
Per avere un cucciolo “educato” ma soprattutto un adulto non problematico, il segreto è solo
uno ed è racchiuso in una parola per me magica ovvero “coerenza”.
Siate coerenti con lui e con voi stessi. Non consentite al cucciolo di mordere le vostre mani,
di giocare saltandovi addosso quando siete vestiti con la tuta da ginnastica, di rosicchiare le
vostre pantofole perché tanto sono quelle che non usate più per poi inveire su di lui quando
morde le manine del vostro bimbo procurandogli dolore, quando la domenica non avete la
tuta ma il vestito buono, quando le pantofole sono quelle nuovissime appena acquistate…
Siate COERENTI. Impareranno che vi sono cose con le quali è consentito giocare ma che
nessuna parte del nostro corpo è disposto ad accettare di essere mordicchiato. Impareranno
che per avere un bocconcino o la pappa o per ricevere una carezza non dovranno alzarsi sulle
2 zampe ma otterranno la stessa cosa solo quando le loro zampette saranno tutte e 4 a terra.
Impareranno che i loro giochi sono le uniche cose che potranno mordere e lanciare…
Un cucciolo che si trova davanti ad un umano che lo gestisce cadendo in continua
contraddizione, entrerà in confusione e arriverà a decidere da solo quale sia l’atteggiamento
da tenere.


Qual è una domanda che secondo te deve assolutamente farsi chi si appresta ad
adottare un cucciolo rescue?


Ho tempo, pazienza, voglia ma soprattutto un mondo di amore incondizionato da dare a
questo cucciolo?
Io la risposta la so già…perché appena si incrocia il loro sguardo ci si scioglie. Chiaro che
personalmente consiglio un iniziale aiuto anche solo per vivere bene i primi momenti di
convivenza. Sarà sicuramente un’esperienza unica ed indimenticabile.

 

Se qualcuno leggendo questo articolo volesse avvalersi del tuo aiuto per il corretto
inserimento del suo cucciolo in famiglia come può contattarti e dove ti trova?


Mi può contattare al mio indirizzo e-mail francainfortu@virgilio.it oppure venire a trovarci
presso il centro addestramento D&G di Via Rodigina a Verona dove potremo passare qualche
momento assieme e vedere quante possibilità di fare cose meravigliose hanno i nostri amici a
4 zampe.


Grazie mille Franca, sei una persona degna di grande stima sia per il lavoro delicato che fai,
sia per il grande impegno con cui porti avanti il tuo volontariato a favore dei cani dei canili
del sud Italia, che spesso entrano e non ne escono più perché vengono completamente
dimenticati da tutti.
Grazie per averci dedicato un pò del tuo tempo!


Grazie a voi e a questo proposito consentitemi una nota personale. Io ho 3 cani presi da canili
e l’ultimo è arrivato da un rifugio di Bari. Credetemi…Non finirò mai di ringraziare quei
volontari che mi hanno dato la possibilità di provare questa gioia. L’adozione è un gesto che
viene ricambiato con un amore che cresce in modo esponenziale…giorno dopo giorno.